Cura delle piante da interno

person Pubblicato da: Mario Cafaro list In: Consigli Utili

Le piante da interno, soprattutto per chi vive in un appartamento cittadino, sono il modo più semplice per respirare un po’ di natura anche fra le pareti domestiche.

Possiamo scegliere di avere piante in casa nostra per svariati motivi, da quelli estetici come la loro funzione ornamentale, a quelli più salutari come l’innegabile dato di fatto secondo cui le piante rendono l’aria molto più salubre: oltre a regolare livelli di ossigeno ed anidride carbonica, ci aiutano ad equilibrare l’umidità.

Ma non solo. Che tu abbia il famoso “pollice verde” o meno, non si può dire che avere delle piante ben curate, rigogliose ed in salute, dia un certo senso di soddisfazione ed appagamento.

Ed eccoci arrivati al dilemma:

ma perché, pur mettendoci tanta cura e dedizione, è così difficile prendersi cura delle nostre piante da interno?

La cura delle piante da interno passa per moltissimi fattori. Certo, non bisogna essere degli esperti botanici, ma sapere alcuni segreti e, soprattutto, l’origine di provenienza delle piante, renderà il nostro rapporto con esse molto più facilitato e duraturo!

Vediamo un po’ quali sono gli aspetti ai quali prestare attenzione.

Umidità

Il livello di umidità dell’aria è molto caratterizzante per la buona crescita di una pianta da interno, soprattutto va considerato che in base alla provenienza d’origine della pianta, questa avrà bisogno di un determinato livello di umidità.

Le piante in generale richiedono circa il 60-70% di umidità, mentre quelle che nascono in zone tropicali ne richiedono addirittura l’80%.

Quest’ultimo non è certo un livello solitamente raggiunto nelle nostre abitazioni, per questo è fondamentale spruzzare regolarmente le piante con bottiglie spray e rimuovere spesso la polvere dalle foglie. Questa, infatti, contribuisce a tenere secca la superfice della pianta.

È fondamentale tenere le piante lontane dai termosifoni, in quanto questi rendono l’aria più secca. Se non disponiamo di altri posti è bene allora tenere il terreno umido più di frequente.

Una mano in questo senso possono darcela i terreni in argilla il quale, con l’evaporazione dell’acqua assorbita, creerà maggiore umidità.

Luce e giusta collocazione

Quantità di luminosità, di raggi solari, di umidità e temperatura di cui la pianta ha esigenza, caratterizzerà molto quello che è il luogo ideale dove la nostra pianta da interno può crescere.

La maggior parte delle piante da interno richiede molta luce, ma non diretta. I raggi solari possono infatti bruciare le foglie, soprattutto le più delicate.

Vediamo però alcune eccezioni:

-Cactus, Gerbere, Crisantemi e specie di palme, gradiscono una maggiore esposizione ai raggi del sole;

-Piante verdi come Falangio, Potos o Dracena sono adatte più ad ambienti parzialmente ombreggiati come il salotto;

-Le Felci, Vanda e Spatifillo prediligono zone in ombra e maggiormente umide come può essere ad esempio il bagno.

Attenzione alla gestione invernale. La stagione fredda è dura da affrontare anche per le piante. Moderiamo l’irrigazione, evitiamo di tenerle vicino a fonti di calore e, se notiamo ingiallimento e perdita di alcune foglie, non diamo la “battaglia” per vinta. È un fenomeno del tutto normale.

Un errore da non commettere è quello di eccedere con gli spostamenti. Spostare di continuo le nostre piante da interno è uno stress non necessario e comporterebbe uno spreco di energia per la pianta che deve ruotare le foglie verso una nuova fonte luminosa.

Annaffiatura

Nella cura delle piante da interno l’annaffiatura è un altro tasto dolente:

Ogni quanto annaffiare la pianta? Con quanta acqua annaffiare? In che modo?

Sono tutte domande che imperversano nella nostra mente appena acquistiamo una nuova pianta.

Partiamo dall’affermare che ogni tipologia e specie di pianta necessita di cure differenti, per questo motivo è bene informarsi presso il vivaio da cui abbiamo acquistato la nuova pianta.

Proviamo comunque a dare delle linee guida che ci aiuteranno ad approcciare in maniera più consapevole alle piante anche quando non ne conosciamo esattamente le esigenze.

Prima di procedere è bene mettere in chiaro una cosa che prescinde dalla differente tipologia di piante e che quindi dev’essere la regola principale per la corretta annaffiatura delle nostre piante: mai gettare acqua violentemente sul terreno!

Se ci pensiamo, il metodo naturale tramite cui una pianta in natura si “abbevera” è tramite la pioggia. Bene, questa prima di arrivare al terreno passa per le foglie, le quali hanno una funzione di contenimento della forza dell’acqua.

Questo perché l’acqua che arriva con un getto troppo prorompente sul terreno causerà dannosi movimenti di terriccio e radici, oltre che creare pozze d’acqua da cui la pianta non trarrà beneficio.

Piante tropicali, e non, hanno bisogno di diversi apporti d’acqua. In ogni caso però è fondamentale non lasciare mai ristagni d’acqua.

Le Orchidee, ad esempio, hanno bisogno solamente di un’occasionale immersione. Va quindi estratto il vaso dalla fioriera ed immerso in un secchio con acqua leggermente tiepida. Quando l’acqua sarà completamente penetrata nel terriccio (lo capiremo dall’assenza di bolle d’aria) solleviamo la pianta facendo particolare attenzione affinché tutta l’acqua in eccesso vada via.

Per le piante che non richiedono un alto livello di umidità, nei mesi più freddi è possibile addirittura interrompere per periodi un po’ più lunghi l’annaffiatura.

L’acqua da utilizzare è importante che sia il meno calcarea possibile. È perciò consigliato di utilizzare quella dei deumidificatori o raccogliere quella piovana. Se dobbiamo utilizzare quella del rubinetto, una volta raccolta lasciamola qualche minuto “a riposo” nel recipiente in modo da far scendere i granelli di calcare.

Un altro metodo per annaffiare la pianta facendo si che non si creino ristagni è quella di mettere l’acqua nel sottovaso ed attendere che venga assorbita. Anche in questo caso bisogna far attenzione ad eliminare quella che la pianta non ha assorbito, al fine di non creare ristagni.

Terriccio e substrato del terriccio

Arrivati fin qui sarebbe quasi inutile ribadirlo: è fondamentale scegliere, e tenere in salute, il terriccio all’interno del quale dovrà crescere la nostra pianta da interni.

La scelta di un buon terriccio deve tenere in considerazione alcune caratteristiche quali:

-la ricchezza di sali minerali e sostanze nutritive;
-essere compatto in modo da dare la giusta stabilità alle radici;
-dev’essere soffice in modo da consentire una corretta ossigenazione;
-deve trattenere bene l’acqua in modo da evitare ristagni.

Anche il substrato è un elemento di grandissima utilità soprattutto quando abbiamo piante che necessitano di un alto grado di umidità.

La sua funzione è quella di mantenere una buona parte di acqua che evapora in modo da tenere il terriccio umido più a lungo. Si capisce da ciò che il suo utilizzo agevolerà di non poco il nostro lavoro di annaffiatura.

Scelta del vaso e corretto rinvaso

La corretta cura delle piante da interno passa anche per la scelta del vaso e la giusta scelta di tempo per il rinvaso.

Per quanto riguarda la scelta del vaso: oltre i classici, in commercio è possibile trovare anche “vasi con irrigazione” i quali assicurano una corretta distribuzione dell’acqua facilitandone la cura.

Si può scegliere inoltre tra i vasi in argilla o plastica. Scelta che influenzerà la frequenza d’irrigazione in quanto l’argilla assorbe anch’essa parte d’acqua.

Il rinvaso invece è una procedura necessaria quando la pianta cresce e la fioriera risulta troppo piccola. O ancora quando il terreno è evidentemente troppo vecchio e sterile.

Il rinvaso va fatto ogni 2-3 anni per le piante più piccole e ogni 4-5 per quelle più grandi.

Il periodo dell’anno più adatto è in primavera, quando spuntano nuove foglie e primi germogli.

Quando scegliamo di procedere con il rinvaso facciamo attenzione però a non concimare per almeno un mese.

Concime e fertilizzante

Non solo per curare attacchi biotici o climatici, ma anche per assicurarci che le nostre piante abbiamo il giusto sostegno, il concime ed il fertilizzante sono alleati imprescindibili nella cura delle piante da interno.

Il fertilizzante va somministrato regolarmente tra marzo ed ottobre, se si tratta di un prodotto comune, mentre se scegliamo fertilizzanti a lento rilascio può essere somministrato ogni quattro mesi.

Le concimazioni, necessarie molti più nei mesi estivi che in quelli invernali, possono avvenire anche in maniera più diradata. È bene scegliere concimi biologici e che contengano elementi necessari alla nutrizione della pianta come: azoto, fosforo, potassio, ferro, magnesio ed altri sali minerali.

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