Le varietà dell'olivo: viaggio fra i cultivar migliori per creare un uliveto

person Pubblicato da: Mario Cafaro list In: Olivi e olive

Tanto per il paesaggio, quanto per l’economia della nostra bella Italia, la presenza di questa pianta e la sua coltivazione rappresentano una risorsa peculiare ed importante. L’olivo, simbolo della cultura così come delle colture del Mediterraneo, trova sul nostro territorio una moltitudine di varietà, preziose sia dal punto di vista della biodiversità che sotto il profilo agroalimentare e gastronomico, dal momento che da queste si ricava l’olio, tra le eccellenze italiane nel mondo. Ma quali sono le varietà di olivo più adatte per impiantare un oliveto? Quali le loro caratteristiche? Quali sono, inoltre, i fattori da tenere presenti nella loro scelta? Per avere una risposta a questi interrogativi, non vi resta che proseguire nella lettura.

L’ulivo: una pianta sacra dalla storia antichissima

Olea prima omnium arborum est, l’ulivo è il primo tra tutti gli alberi. Scriveva così Lucio Giunio Columella, nel suo De Rustica, datato I secolo d.C. L’origine della pianta, infatti, è antichissima e, nel corso dei secoli, l’olivicoltura si è attestata tra le principali colture del Mediterraneo, praticata da popoli quali i micenei, i fenici, i greci e i romani, giungendo fino ai nostri giorni.

Millenaria è la storia di questa pianta, che si è evoluta e continua a evolversi, insieme alla storia dell’uomo. Simbolo universale di rinascita, di riconciliazione, di pace, ma anche di vittoria e di onore, l’olivo è considerato dai cristiani una pianta sacra, al pari dei greci che punivano in maniera esemplare chiunque si permettesse di danneggiarla e la usavano, invece, per cingere il capo dei vincitori dei giochi olimpici, ad attestare il loro valore di atleti e di uomini.

Dall’origine del mondo, all’epoca contemporanea, dunque, l’ulivo rappresenta concetti di grande valore universale. Longevo, duttile, resistente alle avversità, l’ulivo è un vero esempio in natura della bellezza della vita che nasce e si trasforma, di cui, senza dubbio, è icona. 

Varietà di olivi: il 40% del patrimonio mondiale è made in Italy

A partire dall’epoca romana, le varietà di olivo hanno sviluppato una serie di caratteristiche proprie, derivanti dalla tendenza di questa pianta ad adattarsi alle diverse tipologie di terreno in cui viene impiantata. In sostanza possiamo dire, senza timore di sbagliare, che l’ulivo è la pianta che più di altre resta “connessa” al luogo d’origine.

In Italia, dove l'olivo viene coltivato da oltre duemila anni, esistono ben cinquecento varietà di olivi: il 40% di quelle note a livello mondiale. Da nord a sud, passando per le pianeggianti regioni del centro, sono tante le varietà di olivo italiane. Per questo anche l’Oro verde che ne deriva, famoso in ogni dove per la sua bontà e le sue caratteristiche organolettiche alla base della dieta mediterranea, si differenzia in sentori e sapore a seconda dei territori.

Il viaggio alla scoperta delle tantissime varietà di olivi, presenti sul territorio italiano, riserva delle sorprese. Incredibile, se associamo la presenza degli uliveti solo alle regioni più calde o pianeggianti, come la Toscana o la Puglia, ma vero: è il Veneto, la regione settentrionale dove si produce la maggior quantità di olio. Al nord, dal lago di Garda al lago d’Iseo, trovano spazio cultivar come la Casaliva, Trepp, Grignan, Favarol e Sbresa, da cui si ricava olio extra vergine d’oliva di alta qualità. La terra ligure, invece, è produttrice di olive da tavola, le famose taggiasche, adatte ad essere impiegate soprattutto nella preparazione di ricette di mare e a base di cacciagione.

Dagli ulivi friulani, poi, si ricava un olio dagli intensi riflessi verdi e dal sapore deciso: è il “frutto” della spremitura della varietà Tergeste, sebbene la più coltivata sia la varietà di olivo autoctona Bianchera. È il Leccino la cui terra di origine è la Toscana, la cultivar preponderante in Umbria, nelle Marche, in Abruzzo e Molise e, in parte, nel Lazio. Già del tutto matura nel periodo della frangitura, l’oliva Leccino regala un olio assai profumato, con un retrogusto forte e, a tratti, piccante. Sorvolando per un attimo sulla Toscana e, poi ancora, sulla Puglia, viriamo a sud. Qui la Campania, la Basilicata e la Calabria sono culla di una serie di varietà interessanti, utilizzate sia per la produzione di olio che per il consumo in tavola: Pisciottana, Caiazzana, Carpellese, Olivo da Olio o Minucciola, Rotondella di Salerno, in Campania; Caroléa, Ottobratica, Tonda, Cassanese, Grossa di Gerace in Calabria; Maiatica di Ferrandina in Lucania. Una menzione particolare la meritano le nuove varietà del DOP salernitano per l'intensivo Fs17 favolosa, Giulia e Don Carlo, tutte accomunate dall’autofertilità, dalla produttività precoce, dall’elevato rapporto polpa/nocciolo e dall’ottima la qualità dell’olio ottenibile.

Dai laghi alle isole: anche in Sicilia e in Sardegna la coltivazione dell’ulivo è presente e ben caratterizzata. All’ombra dell’Etna crescono le cultivar Nocellara Etnea, Biancolilla, Moresca, Tonda Iblea, ogliarola Messinese, Giarraffa e Nocellara del Belice. Mentre in Sardegna Bosana, Pizz’ e Carroga, Nera di Gonnos, Nera di Oliena e Tondo di Cagliari sono le varietà di olive tipiche.

Un bouquet ampio e variegato, quello italiano, che trova in sé non solo coltivazioni adatte alla produzione dell’olio ma anche delle olive da tavola, attestandosi in entrambe le categorie come eccellenze agroalimentari. Nel nostro viaggio alla scoperta delle varietà italiane di ulivo, meritano una tappa a parte la Toscana e la Puglia. La prima, con i suoi terreni fertili e il suo clima notoriamente temperato, è la regione del centro Italia in cui si produce la maggior quantità di olio extravergine d’oliva a Denominazione di Origine Protetta (DOP) e Indicazione Geografica Protetta (IGP). Qui troviamo cultivar autoctone che, nel tempo, si sono diffuse anche fuori dai confini nazionali come Frantoio, Leccino, Maurino, Santa Caterina, Moraiolo, Pendolino. La Puglia, invece, la prima regione italiana produttrice di olio ma è anche la regione con la tradizione di coltivazione di ulivo più antica. Le cultivar pugliesi più diffuse sono: Coratina, Bella di Cerignola, Sant’Agostino o Grossa di Andria, Perenzana, Ogliarola Barese o Cima di Bitonto, Ogliarola del Gargano,Nociara, Ogliarola Salentina, Cellina di Nardò.

Impiantare un oliveto: le varietà di olivi da scegliere e perchè

Se il nostro sogno è quello di avere un uliveto tutto nostro, per fare un investimento in agricoltura o anche solo per avere la possibilità di produrre per il consumo necessario al fabbisogno familiare, dobbiamo preventivamente fare una serie di valutazioni.

La prima, fondamentale, è l’osservazione del terreno e del contesto territoriale in cui abbiamo intenzione di impiantare l’uliveto, per capire, ad esempio, quale sia l’andamento climatico. Conoscere le temperature medie della zona, la densità e la frequenza delle piogge in un arco temporale annuo, così come accertarsi della possibilità di poter utilizzare sufficiente acqua per irrorare e far crescere le piante più giovani sono informazioni essenziale affinché una produzione di olive sia proficua e generosa e, soprattutto, costante nel tempo.

Come possiamo farlo? Anzitutto osservando ciò che abbiamo intorno, studiando le condizioni e la resa degli uliveti già presenti nella zona interessata, informandoci sulla varietà degli ulivi più longevi presenti in essi. Fatto questo, sarà indispensabile chiarire quale sia la finalità dell’uliveto, ovvero se dovrà produrre olive da olio o da tavola. La scelta delle cultivar da impiantare sarà, certamente, dettata da quest’ultima valutazione. Sebbene, infatti, esistano varietà olivi che si prestano per entrambe le finalità, dette a duplice attitudine, non è detto che il terreno in cui abbiamo intenzione di progettare l’impianto sia adatto a ospitarne la coltivazione. A grandi linee possiamo dire che se la nostra intenzione è quella di produrre olive da olio, dovremo scegliere tra le varietà: frantoio, leccino,pendolino, coratina, carolea, carpellese, rotondella, nocellara, itrana. Se, invece, vogliamo produrre olive da tavola, le cultivar da considerare saranno: ascolana, S. Agostino, Bella di Spagna, Grossa di Spagna, Nocellara del Belice, Nocellara messinese, Termine bitetto, Dolce nolca.

Ciò che, infine, è essenziale considerare prima di optare per l’impianto di un uliveto è la natura fisica e chimica del terreno che non deve avere ristagni di umidità, pena il mancato attecchimento delle piante. Per questo motivo è estremamente utile, nella fase di studio preventiva all’impianto, farsi guidare da specialisti del settore capaci di valutare, grazie alla loro competenza ed esperienza, le soluzioni migliori da adottare. Sia in fatto di scelta di varietà da impiantare che di trattamento del terreno a disposizione. Vivai Flor Plant, che da più di quarant’anni si occupa con successo di impianti di oliveti ed è rivenditore autorizzato di varietà brevettate quali Favolosa fs17 e Don Carlo, saprà guidarvi in questa “impresa”.

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